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Dagli Atti degli Apostoli (4, 12)
"In nessun altro c'è salvezza; non vi è infatti altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale è stabilito che possiamo essere salvati"
"Et non est in alio aliquo salus, nec enim nomen aliud est sub caelo datum in hominibus, in quo oportet nos salvos fieri ”.

VATICANO
Alla pandemia del virus Papa Francesco chiede di rispondere “con l’universalità della preghiera, della compassione, della tenerezza”
Città del Vaticano (Agenzia Fides) - “Alla pandemia del virus vogliamo rispondere con la universalità della preghiera, della compassione, della tenerezza” ha chiesto Papa Francesco al termine dell’Angelus di ieri, domenica 22 marzo, recitato nella Biblioteca del Palazzo apostolico, come sta accadendo da qualche tempo per l’emergenza sanitaria in atto.
“In questi giorni di prova, mentre l’umanità trema per la minaccia della pandemia, vorrei proporre a tutti i cristiani di unire le loro voci verso il Cielo – ha detto il Santo Padre -. Invito tutti i Capi delle Chiese e i leader di tutte le Comunità cristiane, insieme a tutti i cristiani delle varie confessioni, a invocare l’Altissimo, Dio onnipotente, recitando contemporaneamente la preghiera che Gesù Nostro Signore ci ha insegnato. Invito dunque tutti a farlo parecchie volte al giorno, ma, tutti insieme, a recitare il Padre Nostro mercoledì prossimo 25 marzo a mezzogiorno, tutti insieme. Nel giorno in cui molti cristiani ricordano l’annuncio alla Vergine Maria dell’Incarnazione del Verbo, possa il Signore ascoltare la preghiera unanime di tutti i suoi discepoli che si preparano a celebrare la vittoria di Cristo Risorto”.
Una seconda iniziativa è stata annunciata dallo stesso Pontefice: “Con questa medesima intenzione, venerdì prossimo 27 marzo, alle ore 18, presiederò un momento di preghiera sul sagrato della Basilica di San Pietro, con la piazza vuota. Fin d’ora invito tutti a partecipare spiritualmente attraverso i mezzi di comunicazione. Ascolteremo la Parola di Dio, eleveremo la nostra supplica, adoreremo il Santissimo Sacramento, con il quale al termine darò la Benedizione Urbi et Orbi, a cui sarà annessa la possibilità di ricevere l’indulgenza plenaria”.
Papa Francesco ha infine esortato a “rimanere uniti” e a “far sentire la nostra vicinanza”: alle persone più sole e più provate, ai medici, agli operatori sanitari, infermieri e infermiere, volontari… alle autorità che devono prendere misure dure, ma per il bene nostro, ai poliziotti, ai soldati. “Vicinanza a tutti”.
(Fonte: Agenzia Fides 23/03/2020)

GIORNATE MONDIALI DELLA GIOVENTU'
GMG: successo della Settimana Missionaria e in particolare degli incontri sulla pace
Petropolis (Agenzia Fides) – Sono stati circa 1.800 i giovani provenienti da El Salvador, Guatemala, Filippine, Venezuela e Colombia che hanno raggiunto la parrocchia di Guapimirim, nella diocesi di Petrópolis, nello stato di Rio de Janeiro, e hanno partecipato attivamente alla Settimana Missionaria, che ha mobilitato tutta la Chiesa brasiliana. La Settimana Missionaria è stata l'evento di preparazione alla Giornata Mondiale della Gioventù, che inizia ufficialmente martedì 23 luglio con la presenza di Papa Francesco.Secondo le informazioni pervenute all’Agenzia Fides, solo dal Guatemala sono arrivati più di 400 giovani per partecipare alla Settimana Missionaria: giovani che si sono preparati per un anno con ritiri, pellegrinaggi locali, corsi di formazione e altre attività. Dalla Colombia sono arrivati 900 giovani, ma la delegazione completa ne conta più di 2.500. Coloro che sono arrivati prima, hanno partecipato alla Settimana Missionaria per scambiare esperienze con le altre Chiese locali.
I resoconti di queste delegazioni, inviati alle loro comunità di provenienza, sottolineano la grande accoglienza delle famiglie brasiliane. La Settimana Missionaria ha riscosso grande successo sia per il numero dei partecipanti che per la qualità degli eventi organizzati nelle diverse diocesi coinvolte.
Secondo le testimonianze pervenute a Fides, i giovani hanno sottolineato in particolare l'importanza di uno degli eventi: Il "Mini corso per gli Operatori di Pace". Si è trattato di un ciclo di conferenze tenutesi nella sede del comune di Porto di Pedras, al fine di promuovere una profonda riflessione sulla cultura della violenza, presentare i motivi all'origine della violenza e sottolineare l'urgenza di mettere fine a questa situazione, ricercando nuovi comportamenti di gruppo per agire pacificamente ogni giorno e diventare così propagatori di una cultura di pace.
Oltre alle delegazioni provenienti dagli altri paesi, la Settimana Missionaria ha coinvolto migliaia di giovani brasiliani delle diverse diocesi.
(Fonte: Agenzia Fides, 22/07/2013)
LIBANO
IL PATRIARCA RAI HA ANNUNCIATO LA PREPARAZIONE DI UN INCONTRO TRA I PATRIARCHI ORTODOSSI E CATTOLICI DEL MEDIO ORIENTE PER PROMUOVERE L’UNITA’ DEI CRISTIANI
Roma (Agenzia Fides) - “Stiamo preparando un incontro di tutti i Patriarchi ortodossi e cattolici del Medio Oriente, per promuovere l'unità tra i cristiani e affrontare insieme i problemi e le sofferenze che ci troviamo a condividere in questo difficile momento storico”. Lo annuncia all'Agenzia Fides il cardinale Bechara Boutros Rai, Patriarca di Antiochia dei Maroniti, in questi giorni a Roma per partecipare al Conclave. Il summit con i Patriarchi mediorientali sarà un momento importante nella fitta rete di contatti ecumenici che hanno coinvolto negli ultimi mesi il Capo della Chiesa maronita, creato cardinale da Benedetto XVI al Concistoro del 24 novembre 2012. All'inizio di quello stesso mese, S. B. Rai aveva presenziato all'intronizzazione del nuovo Papa copto ortodosso Tawadros II. Il 10 febbraio scorso è stato lui l'unico Patriarca presente all'intronizzazione del nuovo Patriarca greco-ortodosso di Antiochia Yohanna X Yazigi, avvenuta a Damasco. Nei prossimi giorni avrebbe dovuto prender parte all'inizio del ministero del nuovo Arcivescovo di Canterbury Justin Welby (impegno cancellato a causa del Conclave). E conta di onorare presto l'invito ricevuto a visitare il Monte Athos. “Le possibilità di ritornare a una completa unità” spiega a Fides il Patriarca Rai “viene studiata a alti livelli. Intanto, noi possiamo vivere la comunione sul piano concreto dell'annuncio evangelico e della condivisione delle iniziative sociali, caritative e culturali. Si tratta di un Ecumenismo concreto, senza troppi discorsi. E' l'Ecumenismo che tanti battezzati già vivono nella loro quotidianità”. S. B. Rai ha avuto incontri recenti anche con il Patriarca Ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I e con l'Arcivescovo ortodosso di Atene Hieronymos. Dal 26 febbraio al 1 marzo, prima di venire a Roma per il Conclave, il Patriarca Rai ha visitato la capitale russa su invito del Patriarca di Mosca Kirill. Durante la trasferta moscovita, il Capo della Chiesa maronita ha avuto lunghi colloqui con lo stesso Kirill e con il Metropolita Hilarion (responsabile del dipartimento del Patriarcato di Mosca per le relazioni esterne) intorno alla attuale condizione dei cristiani in Medio Oriente. S. B. Rai a Mosca ha incontrato anche il Presidente della Duma Sergej Naryshkin con alcuni suoi collaboratori, manifestando apprezzamento per la linea a favore di un negoziato tra regime e opposizione assunta dalla Russia in merito al conflitto siriano. (Fonte: Fides News 06/03/2013). SIRIA - L'Arcivescovo Nassar: "A Damasco profughi palestinesi costretti all'esodo" Damasco (Agenzia Fides) - In questi giorni del tempo di Natale "non è insolito vedere famiglie palestinesi aggirarsi per le strade di Damasco. Genitori con in braccio i bambini, seguiti da altri figli più grandi che si portano dietro pacchi e bagagli. Lacrime negli occhi delle donne, rabbia negli occhi degli uomini, tristezza negli occhi dei bambini". In un messaggio inviato all'Agenzia Fides, l'Arcivescovo di Damasco dei Maroniti, Samir Nassar, delinea il doppio dramma dei profughi palestinesi travolti dalla guerra civile siriana, paragonando il loro penoso vagare a quello vissuto da Gesù, Giuseppe e Maria. "Migliaia di palestinesi - riferisce l'Arcivescovo - hanno dovuto lasciare i campi nei quali vivevano dal 1948". Alcuni cercano di raggiungere il Libano. Ma per la gran parte, il secondo esodo si trasforma presto nell'angosciosa ricerca di un qualsiasi rifugio di emergenza nei centri urbani, a partire da Damasco. Nella desolazione del momento, l'Arcivescovo Nassar descrive con commossa gratitudine l'arrivo nella capitale siriana del nuovo Patriarca greco ortodosso, Yohanna X Yazigi: "in un tempo in cui tutti stanno lasciando la città, il nuovo Patriarca greco ortodosso Yohanna X è arrivato a Damasco il 20 dicembre, giorno della festa di Sant'Ignazio di Antiochia, del quale è successore. I suoni delle campane si mischiavano con le esplosioni dei bombardamenti". In mezzo a segni così contraddittori, il Patriarca - fa notare monsignor Nassar "è accorso per essere in mezzo al suo popolo che vive nel tumulto da 22 mesi, per confermare la loro fede, la loro missione, la loro identità e testimonianza, invitando nel tempo di Natale tutti al perdono, alla riconciliazione e al dialogo, unici strumenti di pace in un Paese straziato dalla violenza". (Fonte: Agenzia Fides 8/1/2013)
Dalhamieh (Agenzia Fides) - A Dalhamieh, un piccolo villaggio della Valle della Bekaa, circa 30 chilometri ad est di Beirut, i rifugiati siriani sono sparsi in un accampamento informale dove le tende si moltiplicano di giorno in giorno. Fino a qualche giorno c'erano 698 persone, tra queste 86 bambini con meno di 2 anni, giunti dalla Siria senza niente e che ora si trovano a dover far fronte alle rigide temperature invernali. Le tende sono fatte di cartone, plastica e sassi e non sono sufficienti per il clima rigido della zona. Quando piove l'acqua filtra all'interno, i piccoli per proteggere le gambe dal fango quando camminano mettono ai piedi buste di plastica. Secondo le ultime statistiche dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, i profughi registrati o in attesa di registrazione in Libano sono oltre 160 mila. Tuttavia, il numero reale è notevolmente superiore visto che molti per timore preferiscono non registrarsi. Nelle regioni libanesi del Nord e Bekaa si calcolano circa 35 mila bambini siriani con meno di 14 anni che vivono in condizioni meteorologiche estreme. La priorità è mantenere i piccoli al caldo, al sicuro e sani. La scorsa settimana circa 270 rifugiati sono stati ricoverati in ospedale. C'è anche il pericolo di epidemie di epatite e colera. Le latrine sono inondate e non ci sono i mezzi per mantenere strutture igieniche adeguate. Nel piccolo villaggio di Adous stanno aumentando i ricoveri negli ospedali. Per cercare di limitare questa emergenza, l'Unicef, insieme ad altre organizzazioni umanitarie, stanno avviando in Libano un programma per distribuire ai rifugiati ad Akkar, nel Libano del Nord e nella Valle della Bekaa, kit con materiali di supporto per far fronte all'inverno. Hanno iniziato a distribuire abiti invernali ai bambini siriani. L'obiettivo è raggiungerne 30 mila, alla metà saranno dati scarpe, calze, pantaloni, giacche, cappelli, guanti, mentre l'altra metà riceveranno buoni per comprare i vestiti nei mercati vicini. Verranno distribuiti teli di plastica, coperte e kit per l'igiene dei neonati e della famiglia, è prevista anche la distribuzione di forniture mediche e alimentari.
(Fonte: 04/01/2013 Agenzia Fides)
SIRIA - Appelli dell'Arcivescovo Hindo al Premier irakeno al-Maliki e alla Fao: il nostro grano saccheggiato e venduto ai turchi
Hassaké (Agenzia Fides) - Due appelli urgenti sono stati rivolti alla Presidenza della Fao - l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura, con sede centrale a Roma - e al Primo Ministro irakeno, Nuri al-Maliki, con la richiesta di un intervento immediato davanti all'emergenza umanitaria che sta stritolando centinaia di migliaia di siriani nella regione di Jazira, nell'Alta Mesopotamia siriana. A richiamare di nuovo l'attenzione su uno dei tanti versanti oscurati del dramma siriano è l'Arcivescovo Jacques Behnan Hindo, titolare della arcieparchia siro-cattolica di Hassaké-Nisibi: le cose si aggravano in fretta, e la situazione - avverte l'Arcivescovo siriano - "potrebbe presto diventare catastrofica". Nel testo dell'appello alla Fao, inviato anche all'Agenzia Fides, il deterioramento delle condizioni di sopravvivenza della popolazione dell'area è delineato nei dettagli. All'inizio dell'inverno, ogni attività economica appare paralizzata. Le strade per i rifornimenti in direzione ovest sono interrotte da più di un mese, e ciò provoca il progressivo esaurimento dei beni di prima necessità e un aumento vertiginoso dei prezzi di tutte le derrate. La mancanza di carburanti impedisce il riscaldamento delle abitazioni e ha portato al blocco totale di tutte le attività agricole, proprio mentre inizia la stagione della semina. "I silos di grano - riferisce in particolare l'Arcivescovo Hindo - sono stati saccheggiati e il frumento è stato venduto a commercianti turchi che lo hanno convogliato in Turchia, sotto lo sguardo dei doganieri turchi. Il nostro grano è stato venduto a un prezzo molto basso". La regione di Jazira era rinomata per la produzione di grano di ottima qualità. Nei decenni scorsi, a prelevare sottocosto il frumento pregiato dell'area, erano le politiche agricole del governo centrale di Damasco. Oltre al grano saccheggiato, l'Arcivescovo Hindo denuncia la progressiva scomparsa di altri prodotti vitali, come il latte per i bambini e le medicine, a partire dagli antibiotici. L'unica rotta di collegamento con l'esterno rimane la strada internazionale diretta in Irak, che collega l'Alta Mesopotania siriana a Mossul. Nel testo del suo secondo appello, rivolto al Premier irakeno Al-Maliki, Monsignor Hindo pone al leader politico del Paese confinante una richiesta concreta: "Vi preghiamo di soccorrerci il più in fretta possibile, inviandoci 600 cisterne di carburante, 300 cisterne di benzina e alcune tonnellate di farina". L'Arcivescovo siriano, nel messaggio inviato anche a Fides, accomuna le sofferenze vissute adesso dal suo popolo con quelle che gli iracheni hanno provato nel loro recente passato: "Noi - scrive Monsignor Hindo ad al-Maliki - soffriamo ciò che ha sofferto il popolo irakeno per l'imposizione dell'embargo. Le prime vittime sono stati i bambini. Voi avete provato nei vostri corpi, nelle vostre anime e nei vostri bambini, tutta l'ingiustizia che ne deriva. Perché ad essere punito è solo il popolo, e non il governo. Gli Stati così pongono i loro interessi al di sopra degli interessi degli uomini, e anche al di sopra dei diritti che Dio ha su ciò che è opera Sua". La regione di Jazira, con i centri urbani di Kamishly e Hassakè (capoluogo dell'omonimo governatorato) contava un milione e mezzo di abitanti, ai quali dall'inizio della guerra civile si sono aggiunti almeno 400mila profughi provenienti da Aleppo, Homs, Deir-Ez-Zor e Damasco.
(Fonte: Agenzia Fides 02/01/2013)
MEDIO ORIENTE - I Cristiani davanti ai conflitti del Medio Oriente
Roma (Agenzia Fides) Le rivendicazioni dei popoli arabi per ottenere riforme costituzionali, economiche e sociali sono giuste e legittime, ma non lo è affatto la pretesa di imporre tali cambiamenti "dall'esterno e attraverso la forza", come la scelta di scatenare "la violenza e la guerra" in nome di tali obiettivi. E' questo uno dei criteri di discernimento emersi durante una riunione di Patriarchi, Cardinali e Vescovi svoltasi in margine ai lavori del Sinodo dei Vescovi sulla Nuova Evangelizzazione in corso in Vaticano. L'incontro - al quale hanno partecipato, tra gli altri, i Cardinali Timothy Dolan, Leonardo Sandri, Louis Tauran e Pèter Erd, insieme al Patriarca greco-melchita Grégoire III Laham - si è svolto lunedì 15 ottobre presso il Pontificio Collegio Maronita, su invito del Patriarca della Chiesa maronita Béchara Boutros El Raï, e ha fornito l'occasione di un confronto sul ruolo dei cristiani in Libano e in Medio Oriente nell'attuale, delicata congiuntura storico -politica. Dalla sintesi della riunione, pervenuta all'Agenzia Fides, emerge che rispetto alla crisi siriana i padri sinodali presenti alla riunione hanno concordemente auspicato che una soluzione del conflitto e la realizzazione delle riforme siano raggiunte "attraverso il dialogo e il negoziato politico e diplomatico". I presenti hanno anche ribadito che, alla base delle tensioni e delle divisioni in Medio Oriente, c'è "il conflitto israelo-palestinese e il conflitto arabo-israeliano", rispetto ai quali la comunità internazionale è chiamata a favorire l'applicazione delle risoluzioni internazionalmente legittimate.
I Patriarchi, i Cardinali e i Vescovi riuniti al Pontificio Collegio Maronita hanno anche condiviso il rammarico per la politica di alcune potenze dell'area mediorientale e occidentale che "sfruttano le proteste popolari e le loro rivendicazioni per seminare il caos e promuovere i conflitti interni e settari", preoccupate solo di incrementare il traffico d'armi e affermare i propri interessi strategici. Tutti hanno concordato che in questa fase storica la road map per i cristiani del Medio Oriente è rappresentata dalle parole pronunciate da Benedetto XVI nel corso della sua recente visita apostolica in Libano. L'invito rivolto a tutti i cristiani dell'area mediorientale è quello di "perseverare nella loro testimonianza unica di convivenza islamo-cristiana", anche resistendo ai conflitti religiosi e culturali che vengono fomentati per miope interesse politico "da alcune potenze regionali e internazionali".
(Fonte: Agenzia Fides 18/10/2012)