Indice articoli

 

Confessioni Religiose Cristiane Cattolica

 

Giornate Mondiali della Gioventù: possibile mezzo

per la promozione del Dialogo Ecumenico ed Interreligioso?

 

 Questo XVI evento delle “Giornate Mondiali della Gioventù” svoltosi nella capitale spagnola, ha visto la partecipazione massiccia di giovani, provenienti da ogni parte del mondo, la maggioranza dei quali animata dall’entusiasmo e dalla gioia di poter vivere insieme un’esperienza molto forte e coinvolgente, originata da un richiamo che li ha spinti a continuare e consolidare il proprio cammino di fede. Non sono mancati giovani che, andati a Madrid per curiosità sono stati coinvolti dall’atmosfera respirata durante gli incontri, avviando in tal modo una propria esperienza di fede. Tutti sono tornati a casa spiritualmente più arricchiti.

 

La partecipazione italiana è stata molto numerosa, quasi un centinaio di migliaia di giovani con una componente di figli e figlie di immigrati di seconda generazione, discendenti di persone, stabilitesi da decenni ed ormai integratesi nel tessuto sociale italiano.

 

 Sulla base di tale circostanza non è da escludere che tra questi vi siano stati o vi potrebbero essere in futuro giovani di altre Confessioni Religiose Cristiane fino a comprendere anche quelli di altre Fedi. E ciò sulla scia del coinvolgente messaggio di Assisi che si impone sempre di più anche tra i giovani.

 

Si potrebbe dunque, ma forse è ancora prematuro,  ipotizzare che le GMG potrebbero costituire un efficace mezzo per la promozione e lo sviluppo del Dialogo Ecumenico ed Interreligioso, avendo cura di salvaguardare che non ne sia snaturata l’originaria impostazione, ma che essa ne sia piuttosto arricchita.

 

Perciò l’azione diretta al perseguimento dell’obiettivo ecumenico dell’Ut Unum sint potrebbe ricevere ulteriore impulso anche dalle GMG.

 

La prima Giornata Mondiale della Gioventù, voluta da Giovanni Paolo II risale al 1986. Ad essa ne sono seguite tante altre fino a quella recente di Madrid.

 

Dall’inizio del suo Pontificato il Papa Benedetto XVI continua, con lungimiranza e determinazione, a proporre questi incontri alle giovani generazioni, assetate di infinito, ed a parteciparvi direttamente.

 

Confessioni Religiose Cristiane Copta-Ortodossa

MESSAGGIO PER LA SCOMPARSA DEL PATRIARCA DELLA CHIESA COPTA ORTODOSSA

 

Benedetto XVI ha inviato oggi un messaggio di cordoglio al Santo Sinodo della Chiesa Copta Ortodossa, per la morte di Sua Santità Shenouda III, Patriarca di Alessandra, avvenuta sabato 17 marzo.
"Ricordo con gratitudine - scrive il Pontefice - il suo impegno per l'unità dei cristiani, la sua memorabile visita al mio predecessore Papa Paolo VI e la loro firma il 10 maggio 1973, a Roma, della Dichiarazione comune di fede nell'Incarnazione del Figlio di Dio, e il suo incontro al Cairo con Papa Giovanni Paolo II in occasione del Grande Giubileo dell'Incarnazione, il 24 febbraio dell'anno 2000. Tutta la Chiesa cattolica condivide il dolore che affligge i Copti ortodossi, e le sue ferventi preghiere a Colui che è la risurrezione e la vita, di accogliere presso di Lui il suo servitore fedele".

 

 (Fonte: VIS 18 marzo 2012)



VIOLENZA VERSO I COPTO-ORTODOSSI IN EGITTO

La notizia dell’evento luttuoso, che ha colpito la Comunità Copto-Ortodossa in Egitto, ha provocato un senso di sgomento misto a profondo cordoglio a ragione del numero delle vittime originate dai disordini, nonché dei feriti coinvolti.
Tuttavia, anche in questo momento doloroso vi sono episodi che fanno bene sperare, come il raduno di migliaia di cittadini egiziani, Musulmani e Copto-Ortodossi che, insieme, hanno voluto esternare i loro sentimenti di fiducia, nel futuro del processo di democratizzazione, che si sta lentamente avviando nel loro Paese.
Anche i loro Leader Religiosi si sono riuniti in più occasioni, mostrando una forte volontà di proseguire insieme lungo il cammino del Dialogo Interreligioso e della Pace.

11 ottobre 2011


Confessioni Religiose Cristiane Cattolici di rito Orientale

 

SIRIA - IL PATRIARCA MELCHITA LAHAM CHIEDE 
"DIALOGO E UNITA' DEL PAESE"


 

Confessioni Religiose Cristiane Maronita

 

L’Arcivescovo Maronita di Damasco sulla situazione in Siria

La sofferenza che viviamo è grande. Stiamo assistendo impotenti al dramma. Per fortuna il Santo Padre Benedetto XVI colma il vuoto chiedendo pace, giustizia, dialogo e riconciliazione” dice all'Agenzia Fides Mons. Samir Nassar, Arcivescovo Maronita di Damasco, ad un anno dall'inizio della rivolta e della violenza in Siria”. In un messaggio inviato a Fides, l'Arcivescovo ricorda che quella che era iniziata come una piccola manifestazione nella parte meridionale della Siria, il 15 marzo 2011, si è ora trasformata in una crisi che inghiotte ogni città del Paese. Di fronte a una crisi che, in un anno, è cresciuta dal livello locale a proporzioni regionali, la Siria è diventata una zona di conflitto internazionale, in cui la posta in gioco, che è politica, militare ed economica, sta plasmando il futuro del Paese. Mons. Nassar nota che "il conflitto è in un vicolo cieco: da un lato, un forte potere centralizzato che rifiuta di farsi da parte; dall'altro, una sollevazione popolare che non accenna ad arrendersi, nonostante l'intensità della violenza. Questo conflitto, che sta paralizzando il Paese, ha portato sanzioni economiche, inflazione, svalutazione della moneta locale (-60%), aumento della disoccupazione, distruzione, popolazioni sfollate e vittime a migliaia". La gente "è sottoposta a pressioni enormi e intensa sofferenza, che cresce col passare del tempo. Odio, divisioni e miseria aumentano, in assenza di atti di compassione e di aiuti umanitari. La Siria sembra stretta nella morsa di una impasse mortale", rimarca con preoccupazione l’Arcivescovo maronita. Sulla condizione dei cristiani, Mons. Nassar afferma: "L'attuale situazione di stallo sta alimentando l'angoscia dei fedeli che, alla fine di ogni Messa, si salutano con un addio, avvertendo così incerto il loro futuro. Le chiusure delle ambasciate a Damasco ha reso impossibile ottenere i visti, in modo da limitare notevolmente la possibilità di lasciare il Paese". "In questo momento di grande tormento e divisione - spiega l’Arcivescovo Maronita di Damasco - la famiglia diventa l'unico rifugio per le vittime della crisi. La famiglia agisce come uno scudo che garantisce la sopravvivenza della società e della Chiesa. Per questo motivo, di fronte a tale tragedia, la Chiesa ha scelto di focalizzare la propria attenzione e preghiera per le famiglie, fornendo loro tutto l'aiuto e il sostegno possibile". Ma intanto "la crisi non sembra volgere al termine. Piuttosto, la tempesta è sempre più forte e non si vede la fine del tunnel". Il quesito cruciale è: "Dove andrà e che fine farà la Siria?". Con tale preoccupazione, conclude l'Arcivescovo, i cristiani vivono la Quaresima "in silenzio, con le mani vuote, il cuore pesante e gli occhi rivolti a Cristo Risorto, che guida i nostri passi sulla via del perdono e della pace".

 

(Fonte: Fides 15 marzo 2012)






Damasco - Dialogo, riconciliazione, unità del paese: è l'appello lanciato dal Patriarca melchita di Antiochia, Gregorios III Laham, intervenuto durante un incontro di preghiera tenutosi ieri nella chiesa di San Cirillo, a Damasco, in cui i leader di diverse religioni hanno pregato per le vittime del conflitto e del terrorismo. Come riferiscono fonti locali all'Agenzia Fides, il Patriarca ha invitato i siriani a pregare Dio di preservare la Siria e la sua gente, auspicando che "la Siria possa continuare il processo di rinnovamento e di cambiamento attraverso il dialogo, per il bene del Paese". 

Il Patriarca Laham ha anche sottolineato l'importanza di ascoltare la richiesta di riforme che viene dalla popolazione, affermando che "la nuova Costituzione è un passo avanti", ed esprimendo fiducia nel fatto che i siriani possano "lavorare essi stessi per la democrazia, la libertà e la dignità dell'uomo, con la partecipazione di tutti i gruppi della società". Laham ha detto di aver riferito al Papa "alcune idee per eliminare la violenza", rimarcando che il ruolo dei cristiani in Siria, "in queste difficili circostanze, è preservare l'unità della Siria, che serve alla stabilità del mondo arabo".
Lo studioso musulmano Sheikh Ahmad, uno dei leader presenti, ha rimarcato che la Siria è stata e sarà sempre "la casa dove convivono tutte le religioni" e che "la preghiera intende diffondere i valori di amore e di pace, contrari all'odio e alla violenza".



(Fonte: Agenzia Fides 22/3/2012)