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Intervista alla Prof. Angelique GOVERDE,

Department of Reproductive Medicine and Gynecology, University Medical Centre Utrecht, Netherlands.

 

1. Per quale motivo ha dato la Sua disponibilità a partecipare a questa iniziativa?

Perché vorrei contribuire alla ricerca che definirà una cura ottimale per le coppie che hanno deciso di non avvalersi della fecondazione artificiale. La decisione di queste coppie può essere dovuta a vari motivi: non solo alle proprie convinzioni religiose, ma anche alle condizioni di salute che potrebbero non permettere un trattamento così invasivo. Se riuscissimo a rendere disponibile un’alternativa ottimale a queste coppie potremmo dare loro maggiori possibilità di procreare.

2. Perché pensa sia importante cercare nuove possibilità di trattamento dell'infertilità?

Credo che la motivazione per la ricerca di nuove modalità di trattamento dell’infertilità scaturisca dalla convinzione che dovremmo sempre aspirare ad alternative che ottimizzino i risultati positivi e riducano il più possibile quelli negativi (psicologici, emotivi, economici). L’appagamento che deriva dallo "stato dell’arte" si fonda sempre su idee e successi del passato, ma è anche naturale progredire e cercare di sviluppare nuove idee e strategie. Dal mio punto di vista, l’obbiettivo oggi è il paziente. La domanda che dovremmo porci è: come possiamo aiutare la donna ad avere la più alta possibilità di portare a termine una gravidanza e di avere un bambino sano minimizzando allo stesso tempo gli effetti indesiderati del trattamento?

 3. Qual è il contributo del suo intervento a questo workshop?

Insieme al Prof. Lanzone e al Prof. Luciano abbiamo offerto un contributo sui disturbi ormonali femminili dell’infertilità che, secondo i dati di cui disponiamo, colpiscono circa il 20% delle donne. Nel nostro contributo offriamo un panorama completo del sistema ormonale coinvolto nella riproduzione, dalle ovaie alla tiroide, alle ghiandole surrenali. Offriamo anche una guida pratica per l'induzione dell'ovulazione allo scopo di aumentare le probabilità di un parto sano, unico e a termine, minimizzando le complicazioni legate al trattamento ormonale.

Fonte: Sito web PAV