URUGUAY - Nuovo centro educativo per la prevenzione del lavoro minorile
Montevideo (Agenzia Fides) – Una nuova sede della ong spagnola Fundación Telefónica, impegnata nella prevenzione del lavoro minorile, è stata appena inaugurata a Montevideo. Il centro educativo, dotato di istallazioni moderne e teconologie avanzate, comprende showroom, uffici e aule attrezzate con lavagne, tablet e notebook. La sede rientra nel progetto Proniño che la Fundación Telefónica porta avanti in Uruguay dal 2001 con lo scopo di prevenire il lavoro minorile attraverso l’istruzione. Nel progetto sono coinvolte oltre 180 scuole di tutto il Paese. Da quando è stato avviato il progetto, la Fondazione ha lavorato direttamente con 20 mila bambini e ha destinato oltre 4 milioni di dollari a programmi per attività sociali a Montevideo, dove risiedono la metà dei 3,3 milioni di abitanti del paese. Nel mese di ottobre 2012, ha firmato un accordo con il Governo uruguaiano per reinserire nel sistema educativo i circa 40 mila bambini che attualmente lavorano in questa piccola nazione sudamericana, impegnati soprattutto nella raccolta della spazzatura.
(Fonte: Agenzia Fides 02/07/2013)
CILE - Il fenomeno del lavoro minorile colpisce oltre 200 mila bambini
Santiago del Cile (Agenzia Fides) – Nel corso del 2012, in Cile, oltre 200 mila bambini sono stati sfruttati in attività lavorative a rischio. In alcuni casi si trattava di incarichi molto pericolosi, soprattutto considerata la giovane età dei lavoratori. Secondo una ricerca condotta dal Governo e dalla Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL), nel paese 229 mila piccoli hanno svolto attività economiche di qualsiasi tipo, tra questi 219 mila sono stati impiegati in attività vietate ai bambini. La maggior parte, circa 86 mila, sono stati coinvolti nella vendita al dettaglio, altri 40 mila nel settore agricolo e circa 19 mila nell’edilizia. Dalla ricerca, denominata Inchiesta sulle Attività di Bambini, Bambine e Adolescenti (Eanna), è emerso che il 6,6% dei minori in Cile ha svolto attività di lavoro minorile.
(Fonte: Agenzia Fides 02/07/2013)
SIRIA - Oltre 12mila fedeli cristiani "alla fame" nel villaggio di Rableh: si invoca il diritto umanitario
Rableh (Agenzia Fides) - Oltre 12mila fedeli greco-cattolici sono intrappolati nel villaggio di Rableh, a ovest di Qusayr, nell'area di Homs. I viveri scarseggiano, i fedeli sono " a pane e acqua", mancano le medicine per curare i malati e i feriti. E' l'allarme lanciato da fonti locali di Fides che, invocando il rispetto del diritto umanitario, confermano quanto la stampa internazionale sta riferendo sulla situazione a Rableh.
Da più di dieci giorni il villaggio di Rableh è soggetto a un rigoroso blocco da parte dei gruppi armati dell'opposizione, che lo circondano su tutti i lati. Uno dei responsabili di una parrocchia locale, che chiede l'anonimato per motivi di sicurezza, ha riferito a Fides che nei giorni scorsi tre giovani del villaggio sono stati uccisi da cecchini: George Azar di 20 anni, un altro di 21 anni, Elias Tahch Semaan Semaan, 35 anni, sposato e padre di quattro figli.
Alcuni rappresentanti dell'iniziativa popolare per la riconciliazione "Mussalaha" sono riusciti a portare un piccolo carico di aiuti umanitari al villaggio. Un rappresentante di "Mussalaha" ha rassicurato i fedeli affermando che "si farà di tutto per permettere la consegna di aiuti umanitari".
Un appello è stato lanciato da Sua Beatitudine il Patriarca Gregorios III Laham, visibilmente commosso, a tutti gli uomini di buona volontà perchè "venga salvata Rableh e tutti gli altri villaggi colpiti in Siria, e giunga finalmente la pace nel nostro amato paese". Anche il Nunzio Apostolico in Siria, S. Ecc. Mons. Mario Zenari, ha invitato tutte le parti coinvolte "al rigoroso rispetto del diritto internazionale umanitario", ricordando che la risoluzione della crisi in Siria dipende prima di tutto dai suoi cittadini.
L'Agenzia Fides ha appreso, inoltre, che il monastero greco-cattolico di San Giacomo il Mutilato a Qara, che attualmente ospita una comunità di 25 persone da nove paesi e una ventina di rifugiati, nei giorni scorsi è stato colpito da bombardamenti di un elicottero d'attacco che intendeva colpire alcuni gruppi ribelli. Nessuna vittima, ma diverse parti del monastero, risalente al VI secolo d. C., sono state danneggiate. La Superiora del monastero ha aggiunto la sua voce a quella della gerarchia locale, chiedendo la fine della violenza e l’adozione della ”logica del dialogo e della riconciliazione". Autorità cristiane locali chiedono alle parti in lotta di risparmiare le aree dove vivono i civili e di salvaguardare il patrimonio culturale e religioso del paese.
(Fonte: Agenzia Fides 22/08/2012)
Il Vicario Apostolico di Aleppo sostiene lo sforzo di riconciliazione di "Mussalaha" in Siria
Aleppo (Agenzia Fides) - "Ritengo che l'iniziativa 'Mussalaha' debba essere incoraggiata e sostenuta da parte di tutti. La riconciliazione, anche se a volte è dura da accettare, è una via da non tralasciare e da non sottovalutare": con tali parole, espresse all'Agenzia Fides, Sua Ecc. Mons. Giuseppe Nazzaro OFM, Vicario Apostolico di Aleppo, esprime il sostegno istituzionale della Chiesa in Siria all'iniziativa popolare interreligiosa "Mussalaha" ("Riconciliazione"), che si sta profilando come una "terza via" nello scenario siriano: nel tentativo di contribuire a placare il conflitto in corso, punta sul "dialogo interno" fra le diverse componenti politiche, sociali e religiose della popolazione siriana.
Il Vescovo spiega a Fides: "Per la mia esperienza in materia, soprattutto per quello che hanno fatto in passato i miei confratelli francescani, chiamati ad intervenire in situazioni delicate, credo che la 'Mussalaha' vada appoggiata. Sono totalmente d'accordo con il suo spirito, perché il suo fine principale è salvare vite umane". "L'uomo d'oggi, anche nel tragico conflitto a cui assistiamo in Siria - nota Mons. Nazzaro - deve rendersi conto che una vita umana è un dono di Dio e, in quanto tale, deve essere conservata per rispetto a Dio che l'ha data all'uomo, sia esso cristiano, musulmano, ebreo, buddista".
Il movimento "Mussalaha", che sta prendendo piede, nonostante la guerra civile, in diverse aree della Siria, è nato "dal basso", dalla società civile, è interreligioso, trasparente e indipendente (vedi Fides 6, 9, 11 /7/2012). Intende dialogare con entrambe le parti in lotta e l'interesse che persegue è solo la salvezza di vite umane, la riconciliazione, l'unità e la fratellanza del popolo siriano. Ne fanno parte leader civili e religiosi, capi delle comunità, notabili e rappresentanti delle professioni. Grazie all'impegno di un Comitato della "Mussalaha" per la mediazione nel conflitto, negli ultimi giorni oltre 60 civili, in maggioranza cristiani, hanno lasciato la città martoriata di Homs e sono stati tratti in salvo. L'evacuazione dei civili è stata possibile grazie all'accordo bilaterale fra le forze governative, che assediano la città, e le fazioni dei rivoluzionari armati.
(Fonte: Agenzia Fides 16/07/2012)
SIRIA - Amnesty International: accesso immediato all'Onu per indagare sui massacri
Damasco (Agenzia Fides) - Urge concedere agli osservatori Onu pieno e immediato accesso ovunque in Siria per condurre indagini indipendenti sugli abusi dei diritti umani e sui massacri come quello avvenuto di recente nel villaggio di Treimseh: lo afferma un comunicato di Amnesty International, inviato all'Agenzia Fides. Secondo fonti dell'opposizione siriana, circa 200 civili sono stati uccisi giovedì scorso, 12 luglio, nel villaggio di Treimseh, in provincia di Hama, mentre i mass media siriani gestiti dallo stato hanno accusato delle uccisioni "gruppi terroristici".
Il capo della missione dell'Onu, il maggiore generale Robert Mood, ha affermato che gli osservatori dell'Onu sono pronti a recarsi a Treimseh quando ci sarà un cessate il fuoco, e ad andare a verificare i fatti. "Senza una presenza indipendente a indagare sui fatti, è impossibile verificare quanto sia realmente accaduto" ha dichiarato Ann Harrison, vicedirettore del programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International.
In un recente Rapporto, Amnesty International ha denunciato gravi violazioni dei diritti umani, crimini contro l'umanità e crimini di guerra commessi dall'esercito siriano nelle città e nei villaggi presso Idlib, Aleppo, Jebel al-Zawiyah e Jebel al-Wastani. Secondo Amnesty, la risoluzione Onu che rinnova la Missione di supervisione delle Nazioni Unite in Siria (UNSMIS) deve includere esplicitamente una componente forte e competente sui diritti umani, e risorse per documentare e denunciare crimini contro l'umanità, crimini di guerra e altre gravi violazioni dei diritti umani commesse da tutte le parti in conflitto. L'Ong chiede anche che la situazione sia deferita al Procuratore della Corte Penale Internazionale, perché sia chiaro a tutte le parti in lotta, che quanti ordinano o commettono crimini di guerra e crimini contro l'umanità saranno consegnati alla giustizia.
(Agenzia Fides 14/7/2012)
SIRIA - Appello dei francescani: "Dialogo, non armi per la Siria!"
Damasco (Agenzia Fides) - "La Siria ha bisogno di dialogo, non di armi": è l'appello lanciato dai francescani in Siria, tramite p. Romualdo Fernandez OFM, direttore del Centro ecumenico di Tabbaleh (Damasco) e Rettore del Santuario dedicato alla Conversione di San Paolo, nella capitale siriana. In un colloquio con l'Agenzia Fides, p. Fernandez rimarca che "la strada maestra per uscire dalla crisi è quella del dialogo fra le parti. Chiediamo a tutti di accettare di sedersi attorno a un tavolo e di avviare un confronto, che possa evitare violenze, morti, stragi e massacri, che da troppo tempo insanguinano il paese". Sull'ultimo massacro nell'area di Hama, afferma che "è una tragedia, le notizie sono confuse, la verità è la prima vittima". Secondo il frate, "se le potenze straniere continuano a fornire armi e a finanziare le parti in lotta, la guerra continuerà e le vittime aumenteranno. Questa non è la via della pace: la via della pace passa attraverso il dialogo". Come cristiani, nota p. Fernandez, "siamo aperti a tutti i nostri fratelli, di ogni religione"; come francescani, ripete, "siamo a fianco della popolazione che soffre, dei cristiani e dei musulmani, e non lasceremo mai questo Paese. Resteremo in Siria, a servizio del Vangelo. C'eravamo ieri, ci siamo oggi e ci saremo domani, in tempi di pace e in tempo di guerra, in tempi bui e in tempi luminosi. Nella certezza che il Signore ci vuole qui e che provvederà a noi".
(Fonte: Agenzia Fides 13/7/2012)
SIRIA - Accordo esercito-ribelli: civili evacuati da Homs
Homs (Agenzia Fides) - Oltre 60 civili, in maggioranza cristiani, hanno lasciato la città martoriata di Homs nelle ultime 48 ore. Come ha riferito il sacerdote greco-ortodosso siriano p. Maximos Al-Jamal, l'evacuazione dei civili è stata possibile grazie all'accordo bilaterale fra le forze governative, che assediano la città, e le fazioni dei rivoluzionari armati. La mediazione, riferiscono fonti di Fides, è stata faticosamente condotta da esponenti del Comitato per la riconciliazione "Mussalaha". Alcuni fra gli sfollati si sono diretti verso Damasco, altri verso la cosiddetta "valle dei cristiani", altri ancora hanno scelto di andare in Libano. Secondo fonti di Fides, ci sono ancora almeno 100 civili cristiani intrappolati nei quartieri di Bustan al-Diwan e al-Hamidiyah, nella città vecchia di Homs, e attualmente stanno proseguendo i negoziati per liberarli tutti. Esponenti del Comitato "Mussalaha", lavorano instancabilmente e freneticamente, notano fonti di Fides, con il solo scopo fondamentale di "salvare delle vite umane".
L'iniziativa "Mussalaha", che sta prendendo piede, nonostante la guerra civile, in diverse aree della Siria, è accusata da alcuni di essere "espressione del regime" o di essere uno "strumento di propaganda". I membri del Comitato respingono tali accuse, notando che l'iniziativa è nata "dal basso", dalla società civile, è interreligiosa, trasparente e indipendente. Intende dialogare con le parti, dunque anche con il governo, ma l'interesse che persegue è solo la salvezza di vite umane, la riconciliazione, l'unità e la fratellanza del popolo siriano.
(Fonte: Agenzia Fides 12/7/2012)
SIRIA - Il Forum siriano delle famiglie aderisce alla "Mussalaha"
Damasco (Agenzia Fides) - Il "Forum siriano delle famiglie" ha aderito al movimento interreligioso "Mussalaha" (Riconciliazione) che si sta adoperando per cercare una via di dialogo intersiriano fra le parti nell'attuale conflitto civile. La "Mussalaha" intende dimostrare che esiste una "terza via" possibile, alternativa alla guerra e alle armi, quella della società civile.
Come riferito a Fides, Salman Al Assaf Binari, fondatore del Forum, che riunisce figure influenti nella società siriana, dei clan e delle diverse comunità, attorno ai principi fondanti e al valore della famiglia, ha rimarcato l'urgenza di "riconciliazione, fratellanza, lealtà e appartenenza", esprimendo sostegno all'opera di riconciliazione, di dialogo e a un'era di riforme. Khalil Noè, presidente del comitato esecutivo del Forum, ha detto che la Mussalaha "mostra una serie di indizi importanti sulla salute della società siriana: in primo luogo l'unità del popolo siriano, che costituisce una sola famiglia; poi il comune impegno contro settarismo e violenza; quindi la consapevolezza e la volontà di sedersi attorno al tavolo del dialogo. Questi - ha detto - sono i fattori per ottenere l'uscita dalla crisi".
Del Forum fanno parte anche personalità religiose: p. Gabriel Khajo ha sottolineato il bisogno di perdono e di amore, ricordando che l'essere umano è la pietra angolare della società e la famiglia è la principale fonte di educazione. P. Hermes Shiba, Vicario Patriarcale della antica Chiesa Assira ha sollevato una accorata preghiera "perché Dio circondi questo Forum con lo Spirito di amore, riconciliazione e di pace", dicendo che "Dio ci ha creati per vivere in pace e in sicurezza: la pace genera l'amore: amiamoci gli uni gli altri e ad amiamo il nostro paese".
Comitati locali della Mussalaha sono presenti nelle province di Daraa, Deir Ezzor, Idleb, Hama, Homs e hanno iniziato a ottenere i primi risultati positivi, attirando le simpatie di governo e opposizione. Di recente oltre 800 personalità siriane si sono trovate a Deir Zor, in provincia di Hassaké, per affermare che l'unica via d'uscita dalla crisi è il dialogo interno e una azione non violenta.
(Fonte: Agenzia Fides 11/7/2012)