
GIORNATE MONDIALI DELLA GIOVENTÙ MARONITA
È iniziata l’immersione dei giovani maroniti nati in un paese di emigrazione, la diaspora maronita, nel loro ambiente culturale e umano di origine, organizzata dall’ufficio di pastorale giovanile di Bkerké dal 13 al 23 luglio 2017, come la Giornata mondiale della gioventù (GMG), organizzata dalla Santa Sede ogni due anni, e chiamata proprio Giornate Mondiali della Gioventù Maronita. In totale, non meno di 450 giovani maroniti sono attesi in Libano, provenienti dai cinque continenti, compresa l'Europa, l'Australia e Nord e Sud America, ma anche dal Medio Oriente, tra cui Latakia (Siria). Il ministro del Turismo, accompagnato dall'ambasciatore giordano, si è recato giovedì scorso in aeroporto per accogliere una folta delegazione di giovani maroniti che è venuta dalla Giordania. I giovani maroniti provenienti dall'estero si incontreranno in Libano con circa un migliaio di loro compagni libanesi e verranno guidati, pastoralmente e logisticamente, da diverse centinaia di volontari mobilitati a questo scopo. Le JMJM iniziano con l'arrivo dei delegati e la distribuzione dei gruppi su varie diocesi maronite in Libano, così da permettere loro di essere in stretto contatto con le famiglie maronite libanesi (13-18 luglio). La seconda tappa delle JMJM presenta un connotato spirituale Inizierà dal 19 luglio al 23 dello stesso mese. I delegati per prima cosa saranno assegnati a conventi situati in prossimità più o meno immediata di Bkerké prima di essere trasferiti poi presso conventi del Nord. Due punti salienti sono previsti nel corso di questo periodo, due incontri con il Patriarca, il primo a Bkerké (19 luglio), il secondo a Diman (22 luglio). Gli spazi del tempo saranno occupati dagli incontri dei giovani con i grandi movimenti ecclesiali libanesi, che si terranno presso l'Università di Kaslik e quindi le giornate si concluderanno con una processione presso l’ eremo di San Charbel e il convento Annaya (20 luglio). Una seconda sequenza simile si terrà il 21 luglio 2017.
FATTI ATTUALI NELLA PREGHIERA
Il Papa invita le persone di diverse religioni a unirsi e a pregare insieme.
Perché tutti possiamo fare l'esperienza della misericordia di Dio,
che non si stanca mai di perdonare.
Fonte: AdP di gennaio 2016
EGITTO - Il Consiglio delle Chiese del Medio Oriente: unificare la data di celebrazione della Pasqua
Il Cairo (Agenzia Fides) – Il cammino per la promozione dell'unità dei cristiani comporta anche l'adozione di misure concrete come l'unificazione della data per la celebrazione della Pasqua. É questo il punto programmatico qualificante contenuto nella dichiarazione conclusiva del Comitato esecutivo del Consiglio delle Chiese cristiane del Medio Oriente, che ha terminato i suoi lavori con un momento di preghiera presso la chiesa di Mar Girgis, nel sobborgo cairota di Heliopolis. All'importante riunione di lavoro, che era stata ospitata presso il Centro copto “San Marco”, nel distretto cairota di Nasr City, hanno preso parte autorevoli esponenti delle Chiese del Medio Oriente: dal Patriarca copto ortodosso Tawadros II al Catholicos della Grande Casa di Cilicia degli armeni, Aram I; dal Patriarca greco ortodosso di Gerusalemme, Theophilos III, al Patriarca siro cattolico Ignace Youssif III. Il livello di rappresentanza dell'incontro lascia intuire che sul tema dell'unificazione della data di celebrazione della Santa Pasqua va progressivamente maturando il consenso tra le diverse Chiese e comunità cristiane presenti in Medio Oriente. Nella dichiarazione conclusiva dell'incontro, pervenuta all'Agenzia Fides, vengono enumerate le piaghe che affliggono tante comunità cristiane locali in Medio Oriente, alle prese non solo con i conflitti armati in atto in diversi Paesi, ma anche con attacchi mirati, persecuzioni e sequestri consumati spesso nella generale noncuranza delle leadership politiche. Nel documento, i capi delle Chiese del Medio Oriente richiamano l'urgenza di continuare ad approfondire il dialogo islamo-cristiano, definito “pilastro fondamentale” della convivenza tra i cristiani mediorientali e i loro concittadini musulmani. Riguardo alle emergenze politiche che affliggono lo scenario mediorientale, la dichiarazione richiama pure la paralisi politica in atto in Libano, dove anche la contrapposizione tra i Partiti cristiani impedisce di trovare un consenso per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica. Nel testo, i Patriarchi e gli altri rappresentanti cristiani presenti all'incontro esprimono anche la gratitudine verso Papa Francesco per la sollecitudine pastorale manifestata dal Vescovo di Roma verso le sofferenze dei cristiani d'Oriente.
(Fonte: Agenzia Fides 6/11/2015).
INTERROGATIVO DI PAPA FRANCESCO SULL’UNITÀ’ DEI CRISTIANI: COME AVERE L’UNITA’, SI CHIEDE IL PAPA, SE NON SIAMO CAPACI DI AVERLA TRA NOI CATTOLICI?
Città del Vaticano - Papa Francesco ha dedicato la catechesi dell'Udienza Generale del Mercoledì all'espressione "del corpo" con la quale il Concilio Vaticano II indica la natura della Chiesa: la Chiesa è Corpo di Cristo.
Il Papa ha ricordato la conversione di Saulo, che si chiamerà Paolo, per spiegare come l'apostolo, con l'esperienza della conversione, ci insegni quanto sia profonda l'unione tra noi cristiani e Cristo stesso.
"L’immagine del corpo ci aiuta a capire questo profondo legame Chiesa-Cristo, che San Paolo ha sviluppato in modo particolare nella Prima Lettera ai Corinzi. Anzitutto il corpo ci richiama ad una realtà viva. La Chiesa (...) è un corpo vivente, che cammina e agisce nella storia. E questo corpo ha un capo, Gesù, che lo guida, lo nutre e lo sorregge. (...) Come in un corpo è importante che passi la linfa vitale perché viva, così dobbiamo permettere che Gesù operi in noi, che la sua Parola ci guidi, che la sua presenza eucaristica ci nutra, ci animi, che il suo amore dia forza al nostro amare il prossimo".
"Nella Chiesa quindi - ha proseguito il Pontefice - c’è una varietà, una diversità di compiti e di funzioni; non c’è la piatta uniformità, ma la ricchezza dei doni che distribuisce lo Spirito Santo. Però c’è la comunione e l’unità: tutti sono in relazione gli uni con gli altri e tutti concorrono a formare un unico corpo vitale, profondamente legato a Cristo. Ricordiamolo bene: essere parte della Chiesa vuol dire essere uniti a Cristo e ricevere da Lui la vita divina che ci fa vivere come cristiani, vuol dire rimanere uniti al Papa e ai Vescovi che sono strumenti di unità e di comunione, e vuol dire anche imparare a superare personalismi e divisioni, a comprendersi maggiormente, ad armonizzare le varietà e le ricchezze di ciascuno; in una parola a voler più bene a Dio e alle persone che ci sono accanto, in famiglia, in parrocchia, nelle associazioni. Corpo e membra per vivere devono essere uniti!"
Con parole a braccio il Santo Padre ha detto: "L'unità è superiore ai conflitti, sempre! I conflitti se non si sciolgono bene, ci separano tra di noi, ci separano da Dio. Il conflitto può aiutarci a crescere, ma anche può dividerci. Non andiamo sulla strada delle divisioni, delle lotte fra noi! Tutti uniti, tutti uniti con le nostre differenze, ma uniti, sempre: questa è la strada di Gesù".
"Quanto danno arrecano alla Chiesa le divisioni tra i cristiani, l’essere di parte, gli interessi meschini!" - ha proseguito il Pontefice - Le divisioni tra noi, ma anche le divisioni fra le comunità: cristiani evangelici, cristiani ortodossi, cristiani cattolici, ma perché divisi? Dobbiamo cercare di portare l'unità. (...) Dobbiamo pregare fra noi cattolici e anche con gli altri cristiani, pregare perché il Signore ci doni l'unità, l'unità fra noi. Ma come avremo l'unità fra i cristiani se non siamo capaci di averla tra noi cattolici? Di averla nella famiglia? Quante famiglie lottano e si dividono! Cercate l'unità, l'unità che fa la Chiesa. L'unità viene da Gesù Cristo. Lui ci invia lo Spirito Santo per fare l'unità".
[Fonte: VIS (Vatican Information Service) 19 giugno 2013]
LIBANO - IL PATRIARCA RAI HA ANNUNCIATO LA PREPARAZIONE DI UN INCONTRO TRA I PATRIARCHI ORTODOSSI E CATTOLICI DEL MEDIO ORIENTE PER PROMUOVERE L’UNITA’ DEI CRISTIANI
(Fonte: Fides News 06/03/2013).

(Fonte: Agenzia Fides 02/01/2013)

NUOVO APPELLO DEL PAPA PER LA PACE IN SIRIA ED INVIO DI UNA MISSIONE SPECIALE AFFIDATA AL PRESIDENTE DEL PONTIFICIO CONSIGLIO COR UNUM, EM.MO CARDINALE ROBERT SARAH
Città del Vaticano Al termine dell'Udienza Generale, il Papa ha lanciato il seguente appello per la pace in Siria: "Continuo a seguire con particolare apprensione la tragica situazione di violenza in Siria, dove non cessa il rumore delle armi e aumenta ogni giorno il numero delle vittime e l’immane sofferenza della popolazione, in particolare di quanti hanno dovuto lasciare le loro case. Per manifestare la mia solidarietà e quella di tutta la Chiesa alla popolazione in Siria e la vicinanza spirituale alle comunità cristiane del Paese, era mio desiderio inviare una Delegazione di Padri Sinodali a Damasco". "Purtroppo, diverse circostanze e sviluppi non hanno reso possibile l’iniziativa nelle modalità auspicate, e perciò ho deciso di affidare una missione speciale all’Em.mo Cardinale Robert Sarah, Presidente del Pontificio Consiglio Cor Unum. Da oggi fino al 10 novembre corrente egli si trova in Libano, dove incontrerà Pastori e Fedeli delle Chiese che sono presenti in Siria; visiterà alcuni rifugiati provenienti da tale Paese e presiederà una riunione di coordinamento delle istituzioni caritative cattoliche, alle quali la Santa Sede ha chiesto un particolare impegno in favore della popolazione siriana, sia dentro che fuori del Paese". "Mentre elevo la mia preghiera a Dio, rinnovo l’invito alle parti in conflitto e a quanti hanno a cuore il bene della Siria a non risparmiare alcuno sforzo nella ricerca della pace e a perseguire, attraverso il dialogo, le strade che portano ad una giusta convivenza, in vista di un’adeguata soluzione politica del conflitto. Dobbiamo fare tutto il possibile, perché un giorno potrebbe essere troppo tardi". (Fonte: VIS 7 novembre 2012) IL PAPA INVIA UNA DELEGAZIONE IN SIRIA Città del Vaticano, 17 ottobre 2012 (VIS). Il Cardinale Tarcisio Bertone, S.D.B., Segretario di Stato, ha annunciato ieri durante la sessione pomeridiana del Sinodo dei Vescovi, che il Santo Padre invierà una Delegazione a Damasco (Siria) per esprimere a nome suo e di tutta la Chiesa "fraterna solidarietà a tutta la popolazione, con una offerta personale dei Padri Sinodali, oltre che della Santa Sede". La Delegazione esprimerà anche la sua "vicinanza spirituale ai fratelli e sorelle cristiani" ed il suo incoraggiamento "a quanti sono impegnati nella ricerca di un accordo rispettoso dei diritti e dei doveri di tutti, con una particolare attenzione a quanto previsto dal diritto umanitario". "Non possiamo - ha detto il Cardinale Bertone - essere semplici spettatori di una tragedia come quella che si sta consumando in Siria: alcuni interventi sentiti in aula ne sono la prova. Convinti che la soluzione della crisi non può essere che politica e pensando alle immani sofferenze della popolazione, alla sorte degli sfollati nonché al futuro di quella nazione, alcuni di noi hanno suggerito che la nostra assemblea sinodale possa esprimere la sua solidarietà. (...) Si presume che esperite le formalità necessarie con il Nunzio Apostolico e con le autorità locali, la Delegazione si recherà a Damasco la settimana prossima. Nel frattempo preghiamo perché prevalgano la ragione e la compassione". La Delegazione è composta dai seguenti Padri Sinodali: il Cardinale Laurent Mosengwo Pasinya, Arcivescovo di Kinshasa; il Cardinale Jean-Louis Tauran, Presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso; il Cardinale Timothy Dolan, Arcivescovo di New York (Stati Uniti); il Vescovo Fabio Suescun Mutis, Ordinario militare in Colombia; il Vescovo Joseph Nguyen Nang, di Phat Diem (Vietnam); fanno parte della Delegazione anche l'Arcivescovo Dominique Mamberti, Segretario per i Rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato; ed il Monsignor Alberto Ortega, Officiale della Segreteria di Stato. (Fonte: VIS 17 ottobre 2012)
MEDIO ORIENTE - I Cristiani davanti ai conflitti del Medio Oriente Roma (Agenzia Fides) Le rivendicazioni dei popoli arabi per ottenere riforme costituzionali, economiche e sociali sono giuste e legittime, ma non lo è affatto la pretesa di imporre tali cambiamenti "dall'esterno e attraverso la forza", come la scelta di scatenare "la violenza e la guerra" in nome di tali obiettivi. E' questo uno dei criteri di discernimento emersi durante una riunione di Patriarchi, Cardinali e Vescovi svoltasi in margine ai lavori del Sinodo dei Vescovi sulla Nuova Evangelizzazione in corso in Vaticano. L'incontro - al quale hanno partecipato, tra gli altri, i Cardinali Timothy Dolan, Leonardo Sandri, Louis Tauran e Pèter Erd, insieme al Patriarca greco-melchita Grégoire III Laham - si è svolto lunedì 15 ottobre presso il Pontificio Collegio Maronita, su invito del Patriarca della Chiesa maronita Béchara Boutros El Raï, e ha fornito l'occasione di un confronto sul ruolo dei cristiani in Libano e in Medio Oriente nell'attuale, delicata congiuntura storico -politica. Dalla sintesi della riunione, pervenuta all'Agenzia Fides, emerge che rispetto alla crisi siriana i padri sinodali presenti alla riunione hanno concordemente auspicato che una soluzione del conflitto e la realizzazione delle riforme siano raggiunte "attraverso il dialogo e il negoziato politico e diplomatico". I presenti hanno anche ribadito che, alla base delle tensioni e delle divisioni in Medio Oriente, c'è "il conflitto israelo-palestinese e il conflitto arabo-israeliano", rispetto ai quali la comunità internazionale è chiamata a favorire l'applicazione delle risoluzioni internazionalmente legittimate. I Patriarchi, i Cardinali e i Vescovi riuniti al Pontificio Collegio Maronita hanno anche condiviso il rammarico per la politica di alcune potenze dell'area mediorientale e occidentale che "sfruttano le proteste popolari e le loro rivendicazioni per seminare il caos e promuovere i conflitti interni e settari", preoccupate solo di incrementare il traffico d'armi e affermare i propri interessi strategici. Tutti hanno concordato che in questa fase storica la road map per i cristiani del Medio Oriente è rappresentata dalle parole pronunciate da Benedetto XVI nel corso della sua recente visita apostolica in Libano. L'invito rivolto a tutti i cristiani dell'area mediorientale è quello di "perseverare nella loro testimonianza unica di convivenza islamo-cristiana", anche resistendo ai conflitti religiosi e culturali che vengono fomentati per miope interesse politico "da alcune potenze regionali e internazionali". (Fonte: Agenzia Fides 18/10/2012) "L'Anno della Fede sia per la Siria l'Anno della Riconciliazione" Città del Vaticano (Agenzia Fides) – "L'Anno della fede sia per la Siria l'Anno della riconciliazione: è la speranza dei cristiani e di tutto il popolo siriano": lo dichiara in un colloquio con l'Agenzia Fides, alla vigilia dell'apertura dell'Anno della Fede, il Patriarca Melkita di Damasco, Gregorio III Laham, giunto in Vaticano per partecipare al Sinodo sulla Nuova Evangelizzazione. "Noi cristiani in Medio Oriente - spiega Gregorio III, Pastore della comunità Greco-Cattolica che in Siria conta oltre 500mila fedeli - ci sentiamo parte integrante del Mondo arabo e in questo momento di difficoltà, di problemi, di paura, abbiamo maggiore bisogno di rafforzare la nostra fede, per essere portatori del Vangelo. La presentazione dei valori della fede, fatta nell'Esortazione apostolica Ecclesia in Medio Oriente, è molto importante: sta a noi fare nostro questo patrimonio - fatto di libertà religiosa, convivenza, cittadinanza, diritti, solidarietà, amore - per farne un programma ad extra. I Cristiani hanno sempre ricoperto un ruolo fondamentale in tutto il Medio Oriente per la cultura, l'arte, l'educazione e il lavoro sociale, e intendono continuare a essere lievito nella società". Diretta espressione della fede è, per il Patriarca, la proposta della riconciliazione in Siria: "La riconciliazione - ammonisce - è l'unica via possibile: altrimenti la Siria va incontro alla morte. Nel conflitto che prosegue in Siria, trionfa il caos e non vi sono risposte adeguate. Nessuno ne ha, né il governo, né l'opposizione, né la comunità internazionale. Siamo nel buio e, in questa situazione, la fede è la risposta e la riconciliazione è la nostra proposta". In tale stato di impasse politico, il Patriarca appoggia la proposta di una "nuova iniziativa diplomatica per mettere in pratica gli appelli del Papa", lanciata ieri, attraverso l'Agenzia Fides, da Mar Gregorios Yohanna Ibrahim, Metropolita Siro-Ortodosso di Aleppo. "Ben venga ogni iniziativa che promuove la riconciliazione: la parola riconciliazione - nota Gregorio III - è stata una costante, è sempre stata presente in ogni pur piccolo intervento del Santo Padre nel suo ultimo viaggio in Libano. La riconciliazione è la salvezza della Siria e dell'avvenire dei Cristiani che, come dice San Paolo, si fanno 'tutto per tutti'. La Chiesa non è pro o contro il regime, ma è una comunità che vuole dare una testimonianza di amore e che vuole salvare la Siria". Il Patriarca melkita riferisce, infine, una sua peculiare iniziativa: "Ho chiesto al Presidente del Libano, Michel Suleiman, di mandare i discorsi del Santo Padre, del recente viaggio libanese, ai leader di tutto il mondo arabo come messaggio di pace e convivenza che dal Libano si irradia in tutto il Medio Oriente. Questa è la risposta alle rivoluzioni arabe. E il Presidente ha accolto con favore questa mia proposta". (Fonte: Agenzia Fides 9/10/2012)
Appello delle Istituzioni Internazionali e delle Chiese perché si salvi il patrimonio religioso, storico e culturale della Siria Damasco (Agenzia Fides) Accanto all'accorato e pressante appello per tenere fuori dal conflitto i civili innocenti, le Chiese cristiane della Siria lanciano un nuovo messaggio: "Uniamo le nostre voci a quelle delle istituzioni internazionali per la tutela del patrimonio mondiale dell'umanità e dei tesori culturali della Siria. Urge salvare il patrimonio religioso, storico e culturale del Paese!" recita un appello inviato all'Agenzia Fides, all'indomani della distruzione dello storico suk di Aleppo. I leader cristiani, di tutte le confessioni e comunità, hanno inoltrato l'appello all'Unesco, nonché alla Congregazione per le Chiese orientali e al Pontificio Consiglio per la Cultura. Il testo afferma: "I combattimenti hanno toccato aree culturalmente rilevanti come Palmyra, Apamea, centri storici di antiche città, musei, e mettono in pericolo questi preziosi beni culturali". Inoltre "si continuano ad utilizzare edifici religiosi (sinagoghe, chiese, moschee, monasteri e santuari), per scopi militari, il che provoca la loro progressiva distruzione". I Vescovi mettono anche in guardia da quanti "approfittano della situazione di caos per saccheggiare o vandalizzare edifici storici". "Supplichiamo i belligeranti - conclude il messaggio - di risparmiare le aree protette e di non utilizzarle per scopi militari. Preghiamo perchè il conflitto siriano sia risolto nella saggezza e nella giustizia, con la riconciliazione”. (Fonte: Agenzia Fides 2/10/2012) SIRIA - Speranze di pace dei Patriarchi dopo la visita del Papa in Libano Damasco (Agenzia Fides) - Soddisfazione e speranza dei Patriarchi cristiani di Damasco per un futuro di pace e riconciliazione in Siria: all'indomani della visita del Papa i leader cristiani damasceni, tutti presenti in Libano, rimarcano la "piena sintonia" con Benedetto XVI sull'urgenza di una "soluzione pacifica" della crisi siriana, attraverso il dialogo e la riconciliazione. Fra gli oltre 200 Vescovi che hanno partecipato alla visita del Papa erano presenti il Patriarca greco-cattolico Gregorio III Laham; il Patriarca greco-ortodosso Ignatius IV Hazim; il Patriarca siro-cattolico Ignatius III Younan; il Patriarca siro-ortodosso Zakka I Iwas che, pur malato e bisognoso di cure di dialisi, ha fortemente voluto esserci. In una dichiarazione rilasciata all'Agenzia Fides, i Patriarchi esprimono "grande consolazione per essere dalla stessa parte del Santo Padre sulla visione dell'esistenza insostituibile dei cristiani in Medio Oriente". I leader notano che, a proposito della crisi siriana, il Papa, "come suprema autorità morale, ha offerto criteri etici senza interferire nel campo politico, ricordando alla comunità internazionale la responsabilità di salvare la vita della popolazione e in special modo delle minoranze". I Patriarchi , in particolare, apprezzano il passaggio in cui il Santo Padre ha ricordato che "ogni cristiano deve farsi strumento di pace e riconciliazione in Medio Oriente", dicendo "No all'estremismo, alla violenza, alle armi; Sì alla pace, al dialogo e alla riconciliazione". "Siamo certi - concludono - che questo viaggio darà frutti e che sarà una spinta potente per trovare nuove strade di pace in Siria". (Fonte: Agenzia Fides 17/9/2012) IL PAPA CONSEGNA L'ESORTAZIONE APOSTOLICA POST-SINODALE "ECCLESIA IN MEDIO ORIENTE" AI PATRIARCHI CATTOLICI DEL MEDIO ORIENTE, AI PRESIDENTI DELLE CONFERENZE EPISCOPALI DI TURCHIA ED IRANAl termine della celebrazione eucaristica, l'Arcivescovo Nikola Eterovic, Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi ha invitato il Santo Padre a consegnare ai Patriarchi Cattolici del Medio Oriente, ai Presidenti delle Conferenze Episcopali di Turchia e dell'Iran e a diversi fedeli, l'Esortazione Apostolica Post-Sinodale "Ecclesia in Medio Oriente", risultante dall'Assemblea Speciale per il Medio Oriente del Sinodo dei Vescovi, tenutasi nell'ottobre 2010 sul tema: ""La Chiesa Cattolica nel Medio Oriente: comunione e testimonianza. ‘La moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuor solo e un’anima sola’ (At 4, 32)". Benedetto XVI ha auspicato che il documento "sia una guida per avanzare sulle vie multiformi e complesse dove Cristo vi precede. Possa la comunione nella fede, nella speranza e nella carità essere rafforzata nei vostri Paesi e in ciascuna comunità per rendere credibile la vostra testimonianza resa al solo Santo, Dio Uno e Trino, che si è fatto vicino ad ogni uomo!". "Cara Chiesa in Medio Oriente, attingi alla linfa originale della Salvezza che si è realizzata su questa Terra unica e amata tra tutte! Avanza sulle orme dei tuoi padri nella fede, essi che hanno aperto, con la loro costanza e la loro fedeltà, la via della risposta dell’umanità alla Rivelazione di Dio! Trova nella splendida varietà dei santi che sono fioriti presso di te gli esempi e gli intercessori che ispireranno la tua risposta alla chiamata del Signore a camminare verso la Gerusalemme celeste, dove Dio asciugherà ogni lacrima dai nostri occhi (cfr Ap 21,4)! La comunione fraterna sia un sostegno nella vita quotidiana e il segno della fraternità universale che Gesù, Primogenito di una moltitudine, è venuto ad instaurare! Così, in questa regione che ne ha visto gli atti e raccolto le parole, il Vangelo continui a risuonare come 2000 anni fa e sia vissuto oggi e sempre!", ha concluso il Papa. (Fonte: VIS 16 settembre 2012) Il Papa Benedetto XVI ha rivolto alla Comunità Internazionale, inclusi i Paesi Arabi, un appello nel quale vengono indicati alcuni obiettivi essenziali (rispetto della dignità di ogni persona, dei suoi diritti, e della sua Religione, il silenzio delle armi, la cessazione di ogni violenza) da conseguire con soluzioni praticabili che ci si attende che la Comunità Internazionale proponga per ottenere la pace in Siria e nei Paesi vicini. Dopo la consegna dell'Esortazione Apostolica il Papa ha pronunciato alcune parole prima della recita dell'Angelus, invocando Maria, Nostra Signora del Libano "intorno alla quale si riuniscono cristiani e musulmani" e implorando dalla Vergine "il dono della pace per gli abitanti della Siria e dei paesi vicini". "Voi conoscete bene la tragedia dei conflitti e della violenza che genera tante sofferenze. - ha detto il Papa - Purtroppo, il fragore delle armi continua a farsi sentire, come pure il grido delle vedove e degli orfani! La violenza e l’odio invadono le strade, la vita, e le donne e i bambini ne sono le prime vittime. Perché tanti orrori? Perché tanti morti? Faccio appello alla comunità internazionale! Faccio appello ai Paesi arabi affinché, come fratelli, propongano soluzioni praticabili che rispettino la dignità di ogni persona umana, i suoi diritti e la sua religione! Chi vuole costruire la pace deve smettere di vedere nell’altro un male da eliminare. Non è facile vedere nell’altro una persona da rispettare e da amare, eppure bisogna farlo, se si desidera costruire la pace, se si vuole la fraternità". "Che Dio conceda al vostro Paese, alla Siria e al Medio Oriente - ha esclamato il Pontefice - il dono della pace dei cuori, il silenzio delle armi e la cessazione di ogni violenza! Possano gli uomini comprendere che sono tutti fratelli! Maria, che è nostra Madre, comprende la nostra preoccupazione e le nostre necessità. Con i Patriarchi e i Vescovi presenti, pongo il Medio Oriente sotto la sua materna protezione. Che possiamo, con l’aiuto di Dio, convertirci per lavorare con ardore alla costruzione della pace necessaria ad una vita armoniosa tra fratelli, qualunque sia l’origine e la convinzione religiosa". (Fonte: VIS 16 settembre 2012) LIBANO – Secondo S.E. Rev.ma Mons. Maroun Lahham, Vicario Patriarcale per la Giordania del Patriarcato latino di Gerusalemme, l'Esortazione apostolica di Benedetto XVI è un aiuto concreto ai cristiani del Medio Oriente Beirut (Agenzia Fides) - L'Esortazione apostolica post-sinodale Ecclesia in Medio Oriente "è un testo pastorale di alto profilo, con un respiro biblico, ricco di suggerimenti utili che aiuteranno i cristiani del Medio Oriente a vivere nelle condizioni date la loro vita di fede e la loro testimonianza al Vangelo". Così dichiara a Fides l'Arcivescovo Mons. Maroun Lahham, Vicario Patriarcale per la Giordania del Patriarcato latino di Gerusalemme. Presente a Beirut insieme a una rappresentanza di più di cinquanta cattolici giordani di rito latino, monsignor Lahham ha preso parte ieri sera al primo incontro del Papa coi patriarchi e i vescovi del Medio Oriente nella cattedrale greco-cattolica di San Paolo ad Harissa, dove Benedetto XVI ha posto la firma al testo della sua Esortazione. Secondo Monsignor Lahham, il nuovo documento papale applica alle urgenze del momento "i criteri guida che negli ultimi decenni, soprattutto dopo il Concilio Vaticano II, hanno accompagnato le comunità cristiane in Medio Oriente alla riscoperta della loro vocazione di fedeli autoctoni. Il Papa ripete con decisione che il Cristianesimo da queste parti non è una realtà d'importazione. Queste sono le terre dove Gesù è nato, è vissuto, ha camminato per le strade. La prospettiva indicata è quella evangelica della testimonianza nel dialogo fraterno con tutte le realtà religiose che convivono in questi luoghi. Con un riconoscimento del contributo nobile e essenziale che i cristiani del Medio Oriente portano alla costruzione del Corpo di Cristo". Il pastore dei cattolici latini della Giordania sottolinea la concretezza di alcuni suggerimenti pratici volti a confermare e ravvivare l'unione delle diverse Chiese nel comune riferimento alla fede degli apostoli: "In questa prospettiva" sottolinea l'Arcivescovo Lahham "il Papa auspica un accordo ecumenico per il riconoscimento reciproco del Battesimo tra la Chiesa cattolica e le Chiese d'Oriente, compresa quella copta ortodossa. Inoltre Benedetto XVI ripropone l'apertura del Concilio Vaticano II 'verso una certa communicatio in sacris per i sacramenti dellaPenitenza, dell'Eucaristia e dell'Unzione degli infermi, che non è solo possibile, ma può essere raccomandabile in alcune circostanze favorevoli, in base a norme precise e con l'approvazione delle autorità ecclesiastiche’". Di rilievo, secondo Monsignor Lahham, anche il richiamo al principio della libertà religiosa "che include anche la libertà di scegliere la religione che si ritiene vera e di manifestare pubblicamente il proprio credo, senza mettere a rischio la propria vita e la propria libertà personale". Riguardo alle problematiche politiche della regione, senza entrare nei dettagli, l'Esortazione apostolica conferma le posizioni già note della Santa Sede sui diversi conflitti nella regione e sullo status di Gerusalemme e dei Luoghi Santi. A questo riguardo, l'arcivescovo Lahham, impressionato anche lui dalle misure di sicurezza poste in atto dalle autorità libanesi, ridimensiona le polemiche mediatiche montate sul discorso di benvenuto rivolto a Benedetto XVI dal Patriarca di Antiochia dei greco-melchiti: "Gregoire III" racconta monsignor Lahham "ha parlato in arabo, e in quel momento il Papa non aveva in mano nessun foglio con un'eventuale traduzione che gli consentisse di seguire l'intervento del Patriarca. Gregoire ha detto che il riconoscimento dello Stato palestinese aiuterà la pace. Ma non ha rivolto nessuna richiesta diretta al Papa".
(Fonte: Agenzia Fides 15/9/2012)

MESSAGGIO DEL PAPA IN OCCASIONE DELLE ESEQUIE DEL CARDINALE MARTINI Città del Vaticano, 4 settembre 2012 Il Cardinale Angelo Comastri, Inviato del Santo Padre alle Esequie del Cardinale Carlo Maria Martini, S.I., Arcivescovo Emerito di Milano, ha dato lettura, ieri, nel corso della celebrazione il Messaggio del Papa indirizzato all'intera comunità dell'Arcidiocesi di Milano, alla Compagnia di Gesù, ai parenti e a "tutti coloro che hanno stimato e amato il Cardinale Carlo Maria Martini e hanno voluto accompagnarlo per questo ultimo viaggio". "Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino” (Sal 118 [117], 105): le parole del Salmista possono riassumere l’intera esistenza di questo Pastore generoso e fedele della Chiesa. È stato un uomo di Dio, che non solo ha studiato la Sacra Scrittura, ma l’ha amata intensamente, ne ha fatto la luce della sua vita, perché tutto fosse 'ad maiorem Dei gloriam', per la maggior gloria di Dio. E proprio per questo è stato capace di insegnare ai credenti e a coloro che sono alla ricerca della verità che l’unica Parola degna di essere ascoltata, accolta e seguita è quella di Dio, perché indica a tutti il cammino della verità e dell’amore. Lo è stato con una grande apertura d’animo, non rifiutando mai l’incontro e il dialogo con tutti, rispondendo concretamente all’invito dell’Apostolo di essere 'pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi' (1 Pt 4,13). Lo è stato con uno spirito di carità pastorale profonda, secondo il suo motto episcopale, 'Pro veritate adversa diligere', attento a tutte le situazioni, specialmente quelle più difficili, vicino, con amore, a chi era nello smarrimento, nella povertà, nella sofferenza"."Il Signore, che ha guidato il Cardinale Carlo Maria Martini in tutta la sua esistenza - conclude il Papa - accolga questo instancabile servitore del Vangelo e della Chiesa nella Gerusalemme del Cielo".
(Fonte VIS 04-09-2012)

CICLO DI CONFERENZE DELL’AIEDI SU TEMI DI ATTUALITA’ DI CARATTERE CULTURALE, SOCIALE, ECONOMICO, DI BIOETICA ED IMMIGRAZIONE COMUNICATO STAMPA Nella società globale in cui viviamo il fenomeno dell’immigrazione riveste una importanza cruciale per le implicazioni di ordine sociale, economico, culturale e religioso. Lo stesso può dirsi per quello della bioetica.L’Associazione Internazionale per l’Ecumenismo ed il Dialogo Interreligioso (AIEDI) organizza due importanti Conferenze per una riflessione su tali temi.Il 13 giugno 2012 si terrà la prima conferenza dal titolo: “Islam ed Europa, un confronto nel XXI secolo” in cui verranno affrontati i problemi cruciali attuali dell’immigrazione islamica in Italia e nel contesto europeo, in particolare verrà presentata la storia recente dell’Islam in Italia e le prospettive di convivenza tra islamici e popolazione locale, si rifletterà su come sta evolvendo la comunità islamica e quali cambiamenti sono auspicabili per un vero dialogo con i cristiani, nonché sui rischi e le opportunità del pluralismo religioso contemporaneo.Interverranno l’imprenditore siriano Dott. Radwan Khawatmi, la Prof.ssa Monica Simeoni dell’Università degli Studi di Roma Tre, Don Giampiero Alberti, Segretario del Forum delle Religioni a Milano e il Prof. Luigi Branca della Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. L’incontro sarà presieduta dal P. Vincenzo Rosato, Presidente del Centro Studi Emigrazione Roma (CSER).
La seconda conferenza su un tema di bioetica riguarda “Gli aspetti giuridici della Procreazione umana assistita in Europa e nell’Islam”. Il tema verrà introdotto dal medico anglicano Dr. Daniel Ivano Rizzo, che inquadrerà, dal punto di vista storico e clinico, la procreazione umana assistita, passando successivamente alla disamina delle diverse tecniche, nonché delle implicazioni etiche. L’On. Avv. Carlo Casini presenterà la sua relazione dal titolo “ Il Diritto di fronte ai diritti ed ai desideri dei soggetti coinvolti nella procreazione artificiale umana”. Il terzo relatore, il Prof. Dariusch Atighetchi parlerà delle caratteristiche e dei problemi etico-giuridici nei contesti islamici.

CICLI DI CONFERENZE DELL’AIEDI SU TEMI DI ATTUALITA’ DI CARATTERE CULTURALE, SOCIALE, ECONOMICO E IMMIGRAZIONE
L’AIEDI inizierà la sua attività con una Conferenza sul tema dell’aborto, che si terrà a Roma Mercoledì 23 novembre 2011 alle ore 18,00 nella Sala Giovanni XXIII - Via Aurelia 481 (Domus Mariae-Palazzo Carpegna). La Conferenza avrà tre relatori appartenenti alle tre Religioni Monoteistiche.
Per informazioni: Tel.: 3406999185
sito web: www.aiedi.it
